Rachele

Mi chiamo Rachele, ho 38 anni,  con una grave forma di diabete che limita molto la mia vita. Quando ho saputo di essere incinta ho avuto paura, il mio compagno mi ha lasciata sola, mi è crollato il mondo addosso e ho pensato di abortire. Sapevo che la mia gravidanza era a rischio, che avrei potuto entrare in dialisi e c’era il serio rischio di vita per il bimbo. 

mamma che bacia suo figlio

La mia angoscia era il non avere una persona al mio fianco a condividere questi momenti di ansia e ad aiutarmi a gestire la situazione e il mio quotidiano, già molto complicato per me. E poi c’era il problema economico, pensavo di non farcela con il mio piccolo stipendio a provvedere anche alle necessità del bambino.   

In questa solitudine un giorno ho incontrato le Volontarie del Centro di Aiuto alla Vita ed è stato allora che ho capito che avrei potuto farcela e che non ero per niente sola. Sono state per me come una seconda mamma, si sono interessate a me, mi hanno offerto da subito un’amicizia incondizionata e mi hanno anche sostenuta economicamente.

La gravidanza non è stata una passeggiata e, dopo la nascita, il buon Dio ha rimesso sulla mia strada il mio compagno.

Mia figlia è la mia vita, è l’aria che respiro, io le ho dato la vita ma ogni giorno lei la da a me. Tutte le mattine mi alzo e non so come sarà perchè dipende dai valori della mia glicemia in base a cui cambia la fatica che dovrò fare per arrivare a fine giornata. Ho un lavoro a più di 100 Km di distanza e, a volte questo mi pesa molto ma cerco di affrontare tutto con forza e coraggio, ancora più di prima perchè ora c’è lei.

Testimonianze
Aegerta
Valentina
Marina