Aegerta

La  vita ritrovata  dall’esperienza in Casa 2000 Accoglienza con il Cuore 
Presentiamo la testimonianza di una giovane mamma che è arrivata alla nostra Casa di Accoglienza  alcuni anni fa  e che ha accettato di raccontare la sua storia di sofferenza dimostrando come con tanta forza di volontà e fiducia, si possa ricominciare e tornare a sorridere alla vita.

Mi chiamo Aegerta ed ho 31 anni, sono albanese , di Durazzo. La mia storia  ha inizio circa 11  anni fa’ quando, appena sposata,   mi sono trasferita in Italia per raggiungere mio marito che si trovava già qui per lavoro.

Agli inizi eravamo una coppia normale, io avevo trovato un lavoro in una fabbrica e sembrava che tutto procedesse per il meglio. Dopo sei mesi sono rimasta incinta e, quasi contemporaneamente, sono iniziati i problemi. Ho scoperto che mio marito spendeva tutto al gioco d’azzardo, non si occupava di me, non portava lo stipendio in casa anzi prendeva anche quello che guadagnavo io e spesso non avevamo il necessario per vivere. Sono iniziate le incomprensioni e, dopo breve,  i maltrattamenti. Era molto geloso, dovevo assecondarlo in tutto e rendergli  sempre conto dei miei spostamenti. Non potevo permettermi di uscire fuori dal suo controllo o parlare con qualcuno o fare la spesa. Nonostante la mia gravidanza era violento e ricordo che ben più’ di una volta ho temuto per la mia vita. Dopo la nascita della bambina abbiamo, con fatica,  provato a ricostruire il nostro rapporto. Io speravo che la situazione sarebbe migliorata ma non fu così. Ebbi l’aiuto di un’assistente sociale  e riuscii a cambiare casa e a trasferirmi con la mia bimba, ma lui riusciva sempre a raggiungerci e a perseguitarmi assillandomi con le sue minacce. Avevo paura per me ma soprattutto per mia figlia che viveva in una situazione di tensione continua. Mio marito riusciva comunque a venire a prendere la bimba e io sapevo che quando era con lui non era al sicuro. Questa  situazione si è protratta così’ per circa quattro anni, finchè, sempre con l’aiuto dell’assistente sociale,  sono riuscita ad ottenere il decreto del Tribunale dei Minori che ha stabilito che il padre non poteva più vedere la bambina se non in presenza mia o degli assistenti sociali. Questo ha comportato che io accettassi di lasciare la mia casa per trasferirmi in una struttura protetta. Così ho conosciuto la Comunità “Casa 2000 accoglienza con il cuore”. Il mio percorso nella Casa è iniziato nel luglio del 2006 ed è durato circa un anno .All’epoca la Casa era presso il Santuario di Oropa.

La mia prima sensazione all’arrivo in  Casa è stata un senso di liberazione e di protezione. Pur nella sofferenza e nella difficoltà di non poter vivere la mia vita a modo mio ero consapevole di essere finalmente al sicuro e di potere , da lì, ricominciare. Non nego che la vita in comunità avesse degli aspetti difficili: bisogna adattarsi ai ritmi, alle regole che ci sono, come in ogni casa ma che,  comunque,  sono fatte per il bene della persona, per aiutarla e proteggerla. Bisogna soprattutto integrarsi con le altre ospiti, altre mamme che non conosci e che hanno altrettanti problemi e spesso non desiderano altro che arrivi il momento di lasciare la Comunità. Nel quotidiano i ritmi sono quelli di una vera e propria famiglia: la cura propria e del proprio figlio, le faccende domestiche, i pasti, la scuola o l’asilo, i momenti di relax e  gli incontri con lo staff per le verifiche sul percorso intrapreso e sul lavoro che resta da fare. La parte più difficile è accettare di rimettersi in gioco: si vive una vera e propria lotta con sé stessi perché bisogna ripartire da zero, dimostrare agli altri che si è in grado di prendersi cura del proprio bimbo autonomamente. Fin da subito però ho capito che avrei potuto contare su persone speciali:  le educatrici con la responsabile e poi le volontarie. Mi sono sentita accolta e mai giudicata ed ho accettato il loro aiuto, anche se a volte a causa del mio carattere orgoglioso, mostravo delle resistenze. Il progetto che era stato studiato per me prevedeva la tutela della mia bambina ed il rafforzamento delle mie capacità personali e loro hanno saputo guidarmi lungo questo cammino con professionalità ma anche tanta generosa dedizione. Dico questo perché  mi accorgevo di quanto loro tenessero a me e quanto condividessero personalmente i miei problemi; mi sono sentita finalmente supportata, ascoltata e compresa, finalmente , dopo tanto tempo,  avevo trovato qualcuno a cui importava veramente di me!Questo posso dire della mia esperienza nella Casa : l’anno che vi ho trascorso è stato un periodo difficile ma molto importante, mi sono rimessa in gioco con tanta fatica  ma ho imparato a conoscermi veramente;ho potuto riprendere il mio cammino di indipendenza e  la mia bambina era di nuovo  serena  e questo è quello che più conta per me. E poi ho ricevuto tanto l’affetto e amicizia che ancora oggi mi accompagnano. 

Oggi posso dire che molta della mia forza mi è arrivata dalla mia Fede che ho sempre avuto: nei momenti più difficili ho sempre chiesto al Signore di starmi accanto e di darmi la possibilità di essere ascoltata. Penso che Lui mi abbia davvero ascoltata e si sia rivelato nelle persone che poi hanno potuto aiutarmi. Oggi ho una nuova vita, un nuovo marito che mi ama e mi rispetta e vuole bene alla mia bimba. Vado avanti con più fiducia nel futuro grazie a tutto il sostegno e l’affetto ricevuto. A volte aspettiamo che Dio ci mandi chissà quali segni e se questo non succede ci sentiamo persi. Penso invece che bisogna saper leggere le situazioni e stare in attesa con fiducia. Per me è stato così.Grazie!

Aegerta. 

Testimonianze
Rachele
mamma che bacia suo figlio
Valentina
Marina